Implementazione avanzata del blocco antinfiltrazione nei muri storici: dettagli tecnici e pratica esperta per il restauro italiano
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Implementazione avanzata del blocco antinfiltrazione nei muri storici: dettagli tecnici e pratica esperta per il restauro italiano

Implementazione avanzata del blocco antinfiltrazione nei muri storici: dettagli tecnici e pratica esperta per il restauro italiano

Introduzione: la sfida complessa dell’infiltrazione capillare nei muri storici

La protezione antinfiltrazione nei muri storici rappresenta una delle sfide tecniche più delicate del restauro del patrimonio architettonico italiano. A differenza dei materiali moderni, i muri antichi presentano porosità variabili, eterogeneità strutturale e una complessa dinamica di assorbimento e condensa, che richiedono soluzioni non solo compatibili chimicamente, ma anche reversibili e traspiranti. Il blocco antinfiltrazione, inteso come sistema integrato di barriera dinamica, non può limitarsi a una semplice barriera fisica, ma deve agire come interfaccia attiva che gestisce il flusso di umidità senza compromettere l’equilibrio igrometrico interno.

“L’errore più frequente è applicare materiali sintetici incompatibili, che intrappolano l’umidità e generano condensa interna, accelerando il degrado strutturale” – Esperto conservatore, Siena, 2023

1. Analisi delle cause di infiltrazione e compatibilità dei materiali tradizionali

Le infiltrazioni capillari e la condensa interna derivano da un insieme di fattori:

  • Assorbimento elevato del supporto (porosità superiore a 20%)
  • Differenze di pressione del vapore tra interno ed esterno
  • Infiltrazioni superficiali non gestite da barriere traspiranti
  • Strutture degradate con vuoti interstiziali

I materiali tradizionali italiani, come la calce idraulica e le malte a base di pietra, garantiscono compatibilità grazie alla permeabilità al vapore (μ 10–50) e alla capacità di assorbimento capillare controllato (da 0,1 a 0,3 g/g). La scelta del sistema richiede una valutazione attenta del rapporto tra permeabilità del blocco e porosità del muro, evitando barriere impermeabili che favoriscono l’accumulo di umidità.

2. Principi tecnici del blocco a doppia membrana: barriera capillare e traspirante

Il sistema avanzato di blocco antinfiltrazione si fonda su una doppia membrana integrata:

  • Membrana interna (barriera capillare): realizzata in calce idraulica aerata o in membrane sintetiche naturali (es. fibra di legno trattata), progettata per interrompere il flusso capillare con resistenza controllata (resistenza capillare μ ≥ 5), riducendo il passaggio di acqua liquida senza bloccare il vapore.
  • Membrana esterna (traspirante): malta a base di pietra calcarea o geopolimeri naturali, spessa tra 8 e 12 mm, con permeabilità al vapore μ 30–80 g/m²/24h, permettendo l’evaporazione dell’umidità residua.

Questo schema crea una barriera dinamica: regola il passaggio di vapore e acqua liquida in base alle variazioni di umidità, evitando condensa interna e preservando l’autopulizia e la respirabilità del muro.

3. Diagnosi multidisciplinare: il primo passo indispensabile

Prima di progettare qualsiasi intervento, è essenziale una diagnosi profonda e multidisciplinare. Si utilizzano:

  • Termografia a infrarossi per mappare le zone umide (temperatura ≤ 14°C indica infiltrazione)
  • Sensori di umidità relativa e capillare inseriti in profondità, con letture 24/7
  • Analisi petrografica di campioni per identificare porosità, fessurazioni e materiali degradati
  • Diagramma di flusso igrometrico per visualizzare percorsi e tempi di asciugatura

La mappatura con diagramma consente di individuare le “zone critiche” dove il flusso di umidità è più intenso, orientando la posizionamento preciso del blocco.

4. Progettazione del sistema: spessori, stratigrafia e giunture

Lo spessore ottimale del blocco deve essere calibrato sulla porosità del supporto:

  • Muri con porosità < 15%: spessore 6–8 mm
  • Muri con porosità 15–30%: spessore 10–12 mm
  • Muri con porosità > 30%: spessore 12–15 mm con stratigrafia stratificata

La disposizione stratigrafica segue questa sequenza:

  1. Strato interno (barriera capillare): calce idraulica aerata o membrana naturale
  2. Strato di supporto (traspirante): malta a pietra o geopolimero leggero
  3. Giunto con filtro tessile naturale (canapa o lino trattato): evita intasamenti ma consente scambio igrometrico
  4. Strato esterno (opzionale impermeabilizzante naturale): cere vegetali o oli linolatini per protezione esterna

Le giunture tra blocchi vengono sigillate con malta a calce idraulica fresata, garantendo continuità stratigrafica e assenza di ponti capillari.

5. Esecuzione passo dopo passo: dettagli operativi e controlli critici

L’applicazione richiede precisione millimetrica:

  1. Corte della membrana interna: taglio laser o raso con bordi smussati per evitare scheggiature
  2. Applicazione adesione chimica: uso di leganti naturali (calce idraulica emulsionata) per garantire adesione duratura senza sintetici
  3. Controllo aderenza: test di laboratorio in situ con striscia adesiva a tensione e controllo visivo per assicurare adesione uniforme (aderenza minima 1,5 N/mm²)
  4. Gestione discontinuità strutturali: passaggio con giunti flessibili di 2–3 cm e riempimento con malta a calce fresata e fibra di canapa per assorbire deformazioni
  5. Verifica finale: prova di trazione capillare (metodo a sonda resistiva) e misura umidità residua (metodo a resistenza), con soglia di accettazione: umidità ≤ 12% in profondità

L’uso di sonde di monitoraggio permanenti è consigliato in muri storici ad alta esposizione.

6. Errori frequenti e troubleshooting pratico

  • Errore: applicazione di bitume o materiali sintetici impermeabili → causa condensa interna e degrado accelerato. *Soluzione: sostituire con calce idraulica o geopolimeri naturali, verificare permeabilità al vapore μ ≥ 10.
  • Errore: sigillatura incompleta delle giunture → crea ponti termici e zone di accumulo umido. *Soluzione: uso di filtri tessili naturali e malta a calce fresata, controllo visivo post-applicazione.
  • Errore: ignorare la variazione stagionale dell’umidità → intervento progettato senza analisi climatologica locale. *Soluzione: integrare dati storici microclimatici e progettare sistema con tolleranza termoigrometrica.
  • Errore: uso di malte